La storia della monaca di Monza è la storia di una vittima della volontà altrui ma è anche la storia di una volontà incapace di restare libera e che si rende complice di chi la opprime. Dopo aver tracciato un ritratto di Gertrude individuando tutti gli aspetti contraddittori della sua personalità, spiega se secondo te sia colpevole o innocente e se la vicenda ti riporta ad analoghe situazioni da te vissute o apprese.
Ne "I promessi sposi" di A.Manzoni, vi è un personaggio tanto ambiguo negli atteggiamenti quanto tormentato nell'animo: Gertrude, più conosciuta come monaca di Monza.
Questa è vittima di una condanna in cui lei è complice dell'oppressore. Gertrude è sempre fin dalla nascita educata alla vita monacale, perciò lei conosce e proietta la sua vita in questa direzione; quando però percepisce la possibilità di una diversa esistenza, stando a contatto con le ragazze nel convento, tomenterà se stessa cercando una via d'uscita alla già pianificata dal padre vita monacale.
Come un animale in trappola cercherà di strapparsi al suo destino ribellandosi alla volontà del padre, ma il fuoco di ribellione accesosi dentro di lei perirà entrando a contatto con l'autorità paterna.
Vittima e complice della sua condanna la monaca di Monza è il ritratto di chi pensa e agisce seguendo i desideri e le inclinazioni altrui; è una vittima perchè le viene tolta la libertà di scegliere, ma è soprattutto complice, in quanto da persona viva e provvista di intelligenza ci si può ribellare a chi vuole fare di noi marionette di una storia già scritta, ma per paura delle conseguenze china il capo, annuisce e da ciò si rivelerà una persona morta dentro.
Manzoni nel brano che vede come argomento principale il flashback sulla vita di Gertrude, sottolinea la morte dell'animo della sventurata in una sola frase, <<Disse si e fu monaca per sempre...>>.
Il tema della vittima e al contempo complice di un proprio sopruso è estremamente attuale, basti pensare alla mafia. In quest'anno si è parlato molto del tema della mafia, e in una rappresentazione teatrale dal titolo "la chiamata" tratta dal libro di Egle Palazzolo dall'omonimo titolo, vi è la presenza di una seconda monaca di Monza, ovvero un ragazzo che è cresciuto a contatto con la mafia, ma che in qualche modo si tiene al di fuori da essa. Quando però questa lo investe violentemente con una chiamata, paragonata dalla scrittrice ad una leva militare, lui non sa dire di no, lascia la propria vita e arriva a uccidere un suo ex compagno di giochi solamente perchè comandatogli dalla madre.
Ma c'è anche chi ce l'ha fatta a vincere la famiglia. Rimanendo in tema di mafia, c'è una storia di un ragazzo davvero esistito di nome Peppino Impastato riguardo al quale o assistito ad una seconda rappresentazione teatrale; lui vive in una famiglia mafiosa, eppure riesce a dire di no, riesce a "salvarsi" anche se alla fine muore. Peppino Impastato è riuscito a denunciare la mafia, a denunciare la sua famiglia, a denunciare suo padre!
Termino con una frase che è anche il titolo di un libro di Antonio Ferrara, autore che ho avuto il piacere di incontrare quest'anno, <<Dipende da te!>>.
Dipende da noi la nostra vita e nessuno può imporci nulla contro la nostra volontà, e se ci lasceremo comandare saremo complici della nostra rovina.
Piaciuto??? :)
E' da Oscar! O.O
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